Il modello di intervento di Oltrepo Bio Diverso si basa sull’idea che l’accesso alle risorse naturali sia il punto di partenza di un processo di riattivazione dell’Oltrepò.
In primo luogo, perché soltanto se accessibili le risorse possono essere messe a valore, facendo ripartire la co-evoluzione tra economia e ambiente che ha arricchito in passato il territorio di biodiversità.
In secondo luogo, perché è tramite l’accessibilità alle risorse che il territorio si può aprire a nuovi abitanti, a nuove imprese, a centri di competenza, essenziali perché i giacimenti di conoscenza, di pratiche, di cultura, di ambiente e di natura vengano riattivati e rimessi in moto.
Accessibilità significa apertura verso l’esterno. Significa anche apertura verso l’interno, dove i problemi di successione delle aziende e degli esercizi commerciali possono essere colmati in percorsi di accompagnamento per la popolazione immigrata, che da subalterna può diventare imprenditrice. Il territorio che vogliamo deve perciò essere anche accogliente e coeso. Grazie a un nuovo welfare ricalibrato sui giovani e sulle famiglie. Senza nuovo welfare, l’apertura non consente il radicamento, e l’assenza di radicamento non permette un accesso alle risorse funzionale allo sviluppo locale. Un territorio che accoglie, è un territorio capace di rigenerare la comunità, includendo nuovi e vecchi abitanti in un rinnovato racconto identitario. Identità che può essere ricostruita attraverso l’innovazione sociale e delle pratiche, che già ora si appropriano dei domini del territorio, per reinterpretarli, contestualizzarli e connetterli con il mercato e i fabbisogni che avanzano nei contesti urbani. Senza dimenticare di includere chi già c’è e che deve potere restare, non per condanna, ma per scelta.